In Italia ogni anno si registrano circa 157 mila casi di Fuoco di Sant’Antonio.
Dal 1999 al 2005 in Italia sono state segnalate 35.328 ospedalizzazioni, di cui la maggior parte ha riguardato persone con un’età superiore ai 65 anni1.
Il 90% degli adulti ha già contratto il virus e potrebbe sviluppare la malattia2.
Si stima che 1 individuo su 3 svilupperà la malattia nel corso della propria vita3.
Il rischio aumenta ad 1 individuo su 2 nei soggetti di età ≥ 85 anni1,4.
In Italia, l’incidenza di HZ è 6,46/1000 persone all’anno nei soggetti ≥ 50 anni d’età5.
La presenza di alcune patologie croniche
come il diabete, la BPCO
e le patologie cardiovascolari può aumentare
il rischio di sviluppare il Fuoco di Sant’Antonio
o aggravarne i sintomi6.
L’incidenza è inoltre più alta nelle persone
immunocompromesse a causa
di certe patologie (ad es. tumori come il linfoma,
HIV/AIDS) o trattamenti come la chemioterapia
e la radioterapia.
Questi soggetti insieme anche ai pazienti
che assumono farmaci immunosoppressori
(ad esempio a seguito di trapianto d’organo o
di malattie autoimmuni, inclusi i corticosteroidi
ad alto dosaggio) sono a maggior rischio
di sviluppare l'Herpes Zoster rispetto
a soggetti immunocompetenti di simile età7.
In genere il Fuoco di Sant’Antonio si verifica
solo una volta nella vita di un individuo, tuttavia,
è possibile soffrire di due o più episodi
di virus Herpes Zoster 1,7.
La malattia, tuttavia, può manifestarsi più volte
nel tempo in soggetti con immunodepressione8.
Si stima che 1 persona su 3 svilupperà il Fuoco di Sant’Antonio nel corso della propria vita3.