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Macchie da Fuoco di Sant’Antonio: perché si distinguono dalle altre eruzioni cutanee visual

Macchie da Fuoco di Sant’Antonio:
perché si distinguono dalle altre eruzioni cutanee

L’eruzione cutanea dell’Herpes Zoster è molto caratteristica, almeno nelle forme “classiche”. Le macchie rosse sulla pelle tipiche del “Fuoco di Sant’Antonio” sono molto simili a quelle della varicella: difatti, l’Herpes Zoster è causato dallo stesso virus, il virus della varicella zoster (VZV), solitamente contratto in infazia che, entra in una fase di latenza e può riattivarsi sotto forma del Fuoco di Sant’Antonio, soprattutto in età avanzata o in condizioni di riduzione delle difese immunitarie.[1]

L’eruzione è spesso preceduta da sensazioni a livello della regione cutanea dove comparirà l’Herpes Zoster, quali formicolii, bruciore, rigonfiamento localizzato del sottocute, sensazione di calore o di freddo o sudorazione profusa solo in un segmento ben localizzato della cute. Tali alterazioni sensitive sono dovute al danneggiamento delle fibre nervose sensitive del virus latente, che si “risveglia” all’interno dei gangli nervosi (spesso a livello del midollo spinale) e arriva alla pelle percorrendo i nervi.[1] Lo sfogo provocato dal Fuoco di Sant’Antonio, poiché segue esattamente il territorio di innervazione della radice nervosa coinvolta (metamero), compare a livello di un singolo segmento della cute, da un solo lato del corpo, con un aspetto a quasi-lineare “mezza cintura” o a “colpo di frusta” e non attraversa mai la linea mediana che divide il corpo in due metà verticali. L’eruzione inizia sottoforma di macchie rosse, spesso pruriginose, ravvicinate, di circa 1-2 cm e in rilievo rispetto al piano cutaneo. Nei giorni successivi si osserva la formazione di piccole vescicole disposte a grappolo sulle macchie: l’eruzione cutanea evolve poi in pustole, che rompendosi provocano la formazione di croste. Le croste man mano cadono lasciando spazio a cute arrossata sottostante che lentamente ritorna alla colorazione normale nel giro di diverse settimane, ma può lasciare alcune cicatrici e discolorazioni permanenti della cute.[2]




Macchie rosse con
prurito sulla pelle:
Herpes Simplex
o Herpes Zoster?

I sintomi dell’Herpes Zoster non vanno confusi con le manifestazioni cutanee del virus del Herpes Simplex (HSV 1 e 2), dal quale si differenzia anche per modalità di contagio. HSV (Herpers Simplex Virus) si trasmette infatti per via sessuale, per contatto con la saliva o per contatto ravvicinato pelle a pelle. L’HSV è l’agente responsabile dell’Herpes genitale e dell’Herpes labiale, prevalentemente, potendo anche provocare lesioni a livello della cute del tronco, degli occhi o delle dita, a seconda di dove è avvenuto il contatto.[3] Le lesioni di HSV si differenziano dallo Zoster in quanto le macchie cutanee non sono dolorose, raramente sono pruriginose, non si distribuiscono lungo il decorso dei nervi, ma in chiazze isolate (sui genitali, intorno alla bocca, in un punto delimitato del tronco). L’HSV compare sottoforma di vescicole leggermente più piccole rispetto a quelle dello Zoster, raggruppate a grappolo su un fondo eritematoso.[3]






Esempio di manifestazione cutanea Herpes Zoster.

Eruzioni cutanee pruriginose:
differenze tra l'Herpes Zoster,
rash e dermatiti

É importante distinguere l’Herpes Zoster da altre eruzioni cutanee (o rash) pruriginose. Queste eruzioni difatti, che nella maggior parte dei casi hanno una base allergica (dermatiti allergiche anche dette atopiche, orticaria, dermatiti da contatto ecc…) o non allergica (dermatiti irritative) non presentano mai i sintomi neuropatici di esordio dello Zoster.


Esempio di rash vescicolare da Herpes Zoster.


Un’eruzione cutanea pruriginosa non riconducibile al “Fuoco di Sant’Antonio” non rimane circoscritta ad un singolo dermatomero cutaneo solo su un lato del corpo: questi rash cutanei, di fatto, appaiono spesso diffusi e bilaterali (tranne nelle forme da contatto o irritatative dove possono essere limitati solo alla zona dove la cute è entrata in contatto con l’agente lesivo o l’allergene) possono presentarsi con pomfi (rigonfiamenti e bolle arrossate della pelle a forma di monetina, molto pruriginose) anziché con vescicole, come nel caso dell’orticaria, oppure con manifestazioni eczematose.[4]

L’eczema può trarre in inganno ed essere confuso con lo Zoster, in quanto si presenta con vescicole o bolle pruriginose su base eritematose.







L'eczema, si differenzia però dallo Zoster per alcune caratteristiche:




Fuoco di Sant'Antonio:
non è una dermatite
da stress


Benché possa esistere una correlazione tra Herpes Zoster e stress, sia emotivo che fisico, come in corso di altre infezioni sistemiche gravi, questo non va confuso con la dermatite da stress.










Quest’ultima infatti, ha le caratteristiche della dermatite descritte nel paragrafo precedente, con la differenza che non riconosce una causa specifica (allergica, irritativa), ma insorge senza un apparente causa in soggetti sottoposti a forti stress emotivi.[5]




Macchie e bolle da Fuoco di Sant’Antonio:
non confonderle con punture di insetto

Le punture di insetti sono facilmente distinguibili dalle macchie del “Fuoco di Sant’Antonio” in quanto si localizzano in modo isolato sulla cute, senza il classico raggruppamento “a grappolo” delle lesioni erpetiche, e sono caratterizzate da isolate lesioni pomfoidi (sollevamento circoscritto “a moneta” della pelle, che diventa arrossata e pruriginosa), con prurito come sintomo principale, nessuna comparsa di vescicole, ma con potenziale evoluzione a croste se il soggetto si gratta rompendo la cute.[6]









Se presenti sintomi riconducibili all’Herpes Zoster [7], rivolgiti al tuo medico di fiducia.






  1. Koshy E, Mengting L, Kumar H, Jianbo W (2018) Epidemiology, treatment and prevention of herpes zoster: A comprehensive review.
    Indian J Dermatol Venereol Leprol 84:251–262. https://doi.org/10.4103/ijdvl.IJDVL_1021_16
  2. Dayan RR, Peleg R (2017) Herpes zoster – typical and atypical presentations. https://doi.org/10.1080/00325481.2017.1335574
  3. Whitley RJ, Roizman B (2001) Herpes simplex virus infections. Lancet (London, England) 357:1513–1518. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(00)04638-9
  4. Silverberg NB (2017) Typical and atypical clinical appearance of atopic dermatitis. Clin Dermatol 35:354–359. https://doi.org/10.1016/J.CLINDERMATOL.2017.03.007
  5. Bailiff OA, Mowad CM (2021) Mimics of Dermatitis. Immunol Allergy Clin North Am 41:493–515. https://doi.org/10.1016/J.IAC.2021.04.009
  6. Singh S, Mann BK (2013) Insect bite reactions. Indian J Dermatol Venereol Leprol 79:151–164. https://doi.org/10.4103/0378-6323.107629
  7. Cohen et al. (2013). Herpes Zoster. New England Journal of Medicine, 369(3), 255–263. https://doi.org/10.1056/nejmcp1302674