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Fuoco di Sant'Antonio: come lavarsi per non irritare la cute visual

Fuoco di Sant'Antonio:
come lavarsi per non irritare la cute

Quando si sviluppa il “Fuoco di Sant’Antonio”, come lavarsi è una domanda importante da porsi: igiene e detersione della cute, infatti, sono fondamentali per prevenire la sovra-infezione delle lesioni erpetiche da parte di batteri, evitare il formarsi di cicatrici permanenti sulla pelle, lenire l’infiammazione ed il dolore.[1]

La classica evoluzione dei sintomi del Fuoco di Sant’Antonio consiste nella comparsa di macchie rossastre, seguite dall’eruzione di bollicine di pochi millimetri sulla pelle che prudono, raggruppate a grappolo sulle macchie. Le vescicole poi evolvono in pustole, ripiene di materiale sieroso biancastro, che si rompono spontaneamente formando delle croste. A causa dell’Herpes Zoster le croste iniziano poi a cadere lasciando delle macchie e piccole depressioni sulla pelle che lentamente cicatrizzano. Le lesioni cutanee passano quindi da secche (macule) ad umide (papule-pustole) a nuovamente secche (croste), di conseguenza, le pratiche igieniche da seguire variano quindi in base alla fase dell’eruzione.[2]



Fuoco di Sant'Antonio:
tipi di lesioni e come trattarle

La prima regola igienica, soprattutto in estate e nel caso in cui l’Herpes Zoster si manifesti in zone del corpo particolarmente soggette alla sudorazione (come ad esempio, interno delle cosce, torace a livello delle ascelle, ecc.), è tenere la pelle asciutta e ventilata, indossando indumenti di cotone molto traspiranti, evitando i capi sintetici. Non è consigliato di tenere occluse le lesioni del Fuoco di Sant’Antonio con bende o cerotti non traspiranti.[3]
È importante sciacquare la zona affetta con acqua non troppo fredda né troppo calda, evitando di dirigere sulla lesione un getto d’acqua ad alta pressione. È consigliato utilizzare saponi a pH neutro, delicati, oppure, ancora meglio, detergenti privi di sapone a base di farina d’avena, specialmente quando iniziano ad insorgere bollicine sulla pelle che prudono.
È importante asciugare la cute senza sfregarla, tamponandola. In fase pustolosa, soprattutto quando è presente prurito e le lesioni si trovano in zone a rischio di macerazione o sfregamento con gli indumenti, può dare sollievo applicare, dopo l’igiene quotidiana e prima di vestirsi, talco mentolato, che rinfresca e asciuga l’umidità della pelle.[1]







È bene, infine, evitare di rimuovere le croste prematuramente, per evitare la formazione di cicatrici, anche se esse provocano prurito. In tali casi, cioè quando l’eruzione non è più umida e abbiamo una manifestazione di Herpes Zoster con croste, può essere utile applicare lozioni oleose (tipo quelle utilizzate per i neonati) sulla pelle dopo averla detersa per cercare di ridurre il senso di fastidio e ammorbidire le croste.
Nel caso di lesioni provocate da Herpes Zoster sul cuoio capelluto, va posta particolare attenzione quando ci si pettina per evitare di irritare la cute, cercando di pettinare i capelli evitando di toccare il cuoio capelluto. Vanno evitati anche shampoo e balsami troppo aggressivi per la cute.




Herpes zoster
e igiene personale

Una corretta igiene personale è molto importante per evitare una delle complicanze del Fuoco di Sant’Antonio, ossia la sovra-infezione delle lesioni con batteri. È bene quindi osservare una scrupolosa igiene di tutto il corpo, con particolare attenzione alle mani e alle unghie: esse sono infatti il veicolo principale dei batteri, soprattutto quando vengono portate alle lesioni, ad esempio per grattarsi o per medicarsi.[3]

L’igiene è importante, certamente, ma eccedere con la detersione della zona del corpo affetta può peggiorare la situazione, lo sfregamento e l’abuso di detergenti, infatti, possono contribuire a seccare la pelle e a favorire la rottura delle vescicole o l’asportazione prematura delle croste, con il rischio di aumentare la probabilità di sovra-infezione batterica e di formazione di cicatrici. Docce troppo calde o troppo fredde, bagni caldi o l’aggiunta all’acqua del bagno di sali o sostanze (anche se ritenute innocue) possono peggiorare le lesioni. È una buona pratica detergere il corpo a zone con i detergenti tradizionali.







Se una persona che non ha mai avuto la varicella (esigua minoranza della popolazione adulta), entra in stretto contatto con le vescicole da Herpes Zoster di un malato, potrebbe contrarla. Va osservata quindi scrupolosa igiene in casa, evitando di condividere asciugamani o altri effetti personali e non entrando in contatto con persone di cui non è noto se abbiano contratto la varicella durante l'infanzia, specialmente se in gravidanza o immunodepressi.[4,5]




Se presenti sintomi riconducibili all’Herpes Zoster [6], rivolgiti al tuo medico di fiducia.






  1. Shingles: Tips for managing. https://www.aad.org/public/diseases/a-z/shingles-self-care. Accessed 14 Sep 2022
  2. Kennedy PGE, Gershon AA (2018) Clinical Features of Varicella-Zoster Virus Infection. Viruses 2018, Vol 10, Page 609 10:609. https://doi.org/10.3390/V10110609
  3. Veraldi S, Schianchi R (2007) Herpes zoster, bacterial superinfections and antibiotics. J Dermatolog Treat 18:255. https://doi.org/10.1080/09546630701247963
  4. Harpaz et al. (2008). Prevention of herpes zoster: recommendations of the Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP). MMWR Recomm Rep; 57:1-30 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18528318/
  5. Società Italiana d’Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica. (2019). Vaccinarsi. Herpes Zoster.
    https://www.vaccinarsi.org/scienzaconoscenza/malattie-prevenibili/herpes-zoste Data di ultimo accesso: Agosto 2021
  6. Cohen et al. (2013). Herpes Zoster. New England Journal of Medicine, 369(3), 255–263. https://doi.org/10.1056/nejmcp1302674